Riapertura

Si era già adattato al quel vuoto fra la casa e l'ufficio, quel tragitto deserto che soleva ricoprire in quaranta minuti, divenuti quindici da quando era iniziata la quarantena. Silenziosi, come una domenica di ferragosto, ma innaturale visto le temperature ancora basse e il sole primaverile ancora troppo timido per bruciare l'asfalto.

Quel tragitto gli ispirava le parole che avrebbe detto al direttore della rete nel loro incontro di verifica della linea editoriale, che si sarebbe tenuta come ogni settimana quel giovedì pomeriggio.

-Quando riapriranno i negozi sarà una catastrofe, la gente eviterà i mezzi pubblici e si riverserà in strada, il traffico collasserà!

Si ripeteva mentalmente quella frase, per cercarne i punti deboli, quelli che avrebbero potuto far sorgere obiezioni.

-Quando riapriranno le attività produttive…

Pensava a quali parole avrebbero fatto maggiormente effetto. Doveva essere una frase secca, lucida, sferzante come una frusta! Di quelle che rimangono nella testa, rimbombano... si ripetono come un eco in un crescendo di ansia fino a sconfinare nel terrore:

-… la metropoli collasserà

Un quarto d'ora era ben poco, già arrivato nel suo ufficio e non era riuscito a perfezionare la frase. Era solo, la sua segretaria non si avvicinava. Avrebbe voluto chiamarla, farle chiudere la porta... possederla sulla scrivania come era successo tante volte… ma da quando era stata dichiarata la pandemia non osava. Se avesse contratto il virus da lei... e lo avesse portato a casa, a sua moglie, ai suoi figli? E se fosse successo il contrario... se fosse stato lui l'asintomatico a contagiare la segretaria, a cui pur dopo anni di fedeli servigi era amorevolmente affezionato?

Erano le tre, si diresse verso lo studio del direttore. Aveva fatto installare un pannello di plexiglas che tagliava la stanza in due.

Attese i convenevoli per sfoderare la frase.

-Quando riapriranno..

Il direttore lo guardò di traverso, come fosse uno strano animaletto dello zoo.

-Cosa ne pensa?

Il direttore si alzò in piedi:

-Dottor. XXX, lei per chi lavora?

La domanda lo colse di sorpresa.

-Per l'informazione regionale signor Direttore, per il pubblico che paga il canone…

Di nuovo quello sguardo, un pugno sul tavolo.

-La quarantena l'ha forse rincretinito?

Gelò

-Chi l'ha portata sulla poltrona che occupa!? Si ricorda che a breve ci saranno le elezioni Regionali? Sa che il Governatore ha chiesto di anticipare le elezioni, o quando legge le notizie davanti alla telecamera non capisce neanche quello che dice!?

Era impietrito

-E lei vorrebbe terrorizzare la gente? La gente che dobbiamo portare a votare? Si metta subito a lavoro, voglio interviste! Gelatai, estetisti, barbieri, imprenditori agricoli, attori mediocri... tutti quei piccoli borghesi di merda come lei in cui il pubblico si rispecchierà... basta con la paura del virus! Ora devono temere bancarotta, la fame, devono uscire di casa urlando libertà!! Lavoro!!!