Non ho scritto per cinque giorni ed è cambiato il mondo.
E forse sto cambiando pure io.
L’altra mattina la mia amica a Londra mi ha spiegato il magnifico piano del governo inglese prima che finisse su tutti giornali. Far sfogare il virus per sviluppare l’immunità di gregge, per non fermare l’economia, mettendo in conto mezzo milione di morti.
Peggio dei fascistelli nostrani.
Tutte le frontiere sono chiuse, ce ne sarà per mesi.
Nel frattempo mio padre si è sentito male, l’altra mattina pisciava sangue e pensava che stava per morire.
Il medico ha diagnosticato cistite e ha azzeccato le medicine, grazie a dio perché è impossibile fare analisi.
A me è passata la voglia di uscire di casa, in giro si vedono solo serrande abbassate e occhi terrorizzati che si affacciano sopra improbabili mascherine.
Ormai è chiaro a tutti che sarà lunga, e il mondo non sarà più lo stesso.
La mia insegnante di yoga mi ha scritto questo:
-Mi dispiace che ci sia tutta questa paura, ma questa è una grandissima purificazione che l'umanità è chiamata a fare... E come tutte le purificazioni, all'inizio è sempre complicata, perché bisogna lasciare le vecchie abitudini e i vecchi schemi.-
Un po’ come la guerra levatrice della storia di Sorel. Nessuno che ricordi mai come sia andata a finire.
Il dio Kairos passava guardandosi alle spalle. Il Parlamento è chiuso per contagio. Ieri circolava un video di Carabinieri che pestavano un tipo che correva sul lungomare di Palermo.
Cerco di sforzarmi di immaginare il futuro.
Un futuro dove viaggeranno meno le persone e ancora di più le merci.
Usciremo dalle nostre case urlando libertà, o spaventati da essa, alla ricerca di un altro padrone che ci spaventi per farci credere di proteggerci.
Incontreremo i nostri amici commossi dalla lontananza, o rendendoci conto che non abbiamo poi così tanto bisogno di loro.
Torneremo a lavoro, se ne avremo ancora uno, avendo preso coscienza che il lavoro è dignità, o solo un passatempo.
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